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Diplomazia economica

1. La realtà socio-economica del Costa Rica è complessa: piuttosto problematica se la si analizza con criteri europei, sicuramente eccellente se la si contestualizza nello specifico centroamericano.

Il Costa Rica ha un’economia di piccole dimensioni ed aperta, tende ad attrarre investimenti dall’estero ed è legata a molti Paesi grazie ad una serie di accordi di libero scambio.

Il Costa Rica è membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio dalla sua fondazione, del Sistema di Integrazione Centroamericana – SICA, ed è diventato il 38° membro dell’OCSE nel 2021, unico paese centroamericano a raggiungere questo risultato.
Ha firmato 17 accordi di libero scambio che coprono buona parte del commercio internazionale del Paese; tra i più importanti quelli con l’Unione Europea, la Cina e gli Stati Uniti. Nonostante l’adozione di alcune misure protezionistiche, il paese ha puntato molto sull’integrazione nell’economia mondiale.

Il principale punto debole dell’economia costaricana è la dipendenza dai mercati esteri, per gli investimenti ed il commercio, che la rende vulnerabile a shock esterni; uno dei rischi principali per l’economia è dato dal debito pubblico.

2. La cooperazione economica tra Costa Rica e Italia è molto buona ed in crescita.

Nei primi 10 mesi del 2023 l’interscambio tra i due paesi é stato pari a 386 milioni di euro (in tutto il 2022 l’interscambio è stato di 463,5 milioni, nel 2021 di 366 milioni).

L’Italia è il 15° mercato di destinazione dell’export del Costa Rica, che è a sua volta il 100° mercato di destinazione dell’export italiano.
L’Italia è il 14° fornitore del Costa Rica, che è l’89° fornitore dell’Italia.

Se si considerano i principali competitors dell’Italia, si nota che nel 2022 e nei primi sei mesi del 2023 le quote di mercato dell’export italiano in Costa Rica sono state superiori a quelle di Francia e Regno Unito, ma inferiori a quelle di Germania e Spagna.

Prendendo in considerazione gli anni dal 2018 al 2021, si può notare che le importazioni italiane dalla Costa Rica si sono sempre collocate sopra i 200 milioni di euro; parallelamente, però, le esportazioni italiane in Costa Rica non sono riuscite a superare i 150 milioni di euro.
In linea generale, l’Italia ha importato dalla Costa Rica più di quanto esportato, portando ad un saldo negativo per l’Italia. Considerando gli anni dal 2015 al 2021, la media del valore dell’interscambio si colloca attorno ai 362 milioni di euro.

3. L’import italiano dalla Costa Rica è composto per la maggior parte da prodotti agricoli e dispositivi medici. L’import costaricano dall’Italia, invece, è molto più variegato: macchine utensili, macchinari, articoli in materie plastiche, prodotti chimici e fertilizzanti e mobili sono solo alcuni dei prodotti importati.

4. Nel 2022 lo stock di investimenti diretti esteri italiani in Costa Rica era pari a 260 milioni di euro. Lo stock degli investimenti diretti esteri costaricani in Italia, nello stesso anno, era pari a 29 milioni di euro.

Complessivamente gli investimenti diretti esteri in entrata in Costa Rica sono stati pari a 1,763 miliardi di dollari nel 2020  e a 3,231 miliardi nel 2021. I dati UNCTAD per il 2022 parlano di 3,045 miliardi di dollari.

Gli investimenti diretti esteri in uscita dalla Costa Rica invece sono stati pari a 118 milioni di dollari nel 2020 e a 85 milioni nel 2021. Per il 2022 l’UNCTAD indica un valore pari a 104 milioni di dollari.

5. Una serie di imprese italiane operano in Costa Rica in diversi settori, in particolare costruzioni, macchinari e agroalimentare. Sono presenti anche alcuni grandi gruppi italiani tra cui Orsero, Enel Green Power, Gualapack, Prysmian e Telespazio.

 

Per approfondimenti statistici aggiornati, vedi Osservatorio economico – Scheda di sintesi Costa Rica

Approfondimenti
  • L’ECONOMIA COSTARICANA 

    La Costa Rica, da un punto di vista economico, è un Paese moderatamente libero (55° nel ranking mondiale); il suo livello di libertà economica è superiore sia alla media regionale americana che a quella mondiale.

    Un settore decisamente in crescita, frenato temporaneamente dalla pandemia, è quello del turismo.
    La Costa Rica presenta delle condizioni naturali uniche: ospita il 5% della biodiversità di tutta la terra ed il 3,5% della vita marina; un turista può vedere, senza percorrere distanze proibitive, i vulcani, la giungla, le foreste tropicali e le spiagge dei Caraibi e del Pacifico; inoltre, il Paese ospita svariati parchi nazionali e riserve naturali.
    Questi elementi sono una delle motivazioni che spiegano perché il turismo in Costa Rica nel periodo tra il 2007 ed il 2018 è cresciuto del 44%.

    La natura in Costa Rica oltre ad essere fonte di turismo è anche fonte di energia: il 92% dell’elettricità costaricense, infatti, è generata utilizzando risorse rinnovabili.

    Le politiche green attuate dalla Costa Rica, oltre ad aver portato ad importanti risultati, hanno accresciuto la popolarità del Paese grazie ad una pubblicità positiva in un tema sensibile quale quello ambientale.

    I programmi attuati dai Governi costaricensi hanno, tra le altre cose, promosso la conservazione delle foreste e della biodiversità, rendendo la Costa Rica l’unico paese tropicale ad aver invertito la tendenza alla deforestazione.

    Il PIL pro capite della Costa Rica è, dopo quello di Panama, il più alto dell’America Centrale e supera quello della Colombia e del Messico.Tuttavia, soprattutto a causa della crisi economica che ha colpito il Paese negli ultimi anni, aggravata dalla pandemia, in Costa Rica vi sono importanti tassi di disuguaglianza e povertà.

    Si stima che il 2023 e 2024 dovrebbero essere anni di crescita: il Fondo Monetario Internazionale prevede un aumento del PIL del 5,0% per il 2023 e del 3,5% per il 2024. Anche l'EIU stima una crescita per il 2023 (5,4%) e il 2024 (4,1%). La Banca Centrale della Costa Rica ha rivisto al rialzo le proiezioni per il biennio 23/24, al 5,0% e al 4,3% rispettivamente. Gli effetti della pandemia avevano portato a chiudere il 2020 con una diminuzione del PIL del 4,1%.

    Secondo l’indice dei prezzi al consumo pubblicato dall’INEC, l’inflazione ha registrato una variazione cumulativa (da gennaio a dicembre 2023) di -1,77% (dopo il 7,9% del 2022).